Quando la vita ti mette di fronte alle difficoltà devi saper reagire, a volte addirittura saperti reinventare, ricominciare da capo. Per brillare e raggiungere i sogni ci vuole impegno, dedizione, sacrificio. Giuseppe Romele lo sa bene. Nato con una ipoplasia femorale bilaterale, ovvero il mancato sviluppo dei femori negli arti inferiori, fin da piccolo lotta per sentirsi uguale agli altri: “Facevo di tutto per dimostrare di poter fare qualsiasi cosa, a volte spingendomi oltre il limite delle mie capacità”. La grinta di Giuseppe ben presto trova sfogo nello sport: prima l’atletica leggera, poi il successo nel nuoto e infine la consacrazione con lo sci. Da adolescente le prime vittorie in vasca, la nazionale paralimpica e poi la batosta: niente Olimpiadi. Il 28enne di Pisogne, paesino di circa 8 mila abitanti sul Lago d’Iseo in provincia di Brescia, per un problema burocratico si ritrova costretto a dire addio ai Giochi di Rio 2016, ma non al suo sogno olimpico. Da lì una nuova vita sportiva: dall’acqua alla neve. La Polisportiva Disabili Valcamonica lo accompagna e lo sostiene in questo percorso che gli regalerà grandi soddisfazioni. Oggi Giuseppe è tra i più forti atleti al mondo nello sci nordico paralimpico nella categoria sitting. Un 2021 partito alla grande alla tappa della Coppa del Mondo in Slovenia con un oro nella short distance (5 km) e due argenti nella middle (10 km) e nello sprint. Proseguito poi con i successi alla Coppa del Mondo in Finlandia: un oro nella long distance (18 km) e due argenti nella short e nella middle. Il secondo posto nella classifica generale corona così una stagione davvero brillante per l’azzurro, che ora vede ancora più vicino i Cinque Cerchi di Pechino 2022. A dimostrazione che non si può essere “normali”, quando si è assolutamente speciali.
Come si è approcciato per la prima volta allo sport agonistico?
“La mia carriera sportiva è iniziata a 13 anni con le prime gare di atletica leggera, partecipando ai campionati italiani giovanili a Lignano Sabbiadoro come lanciatore del Vortex. Lì mi hanno proposto di fare una gara di nuoto, si trattava di una delle prime manifestazioni per quanto riguarda il nuoto paralimpico italiano. Decisi di tuffarmici, in tutti i sensi, e mi piazzai al primo posto nei 50 stile libero. Da quel giorno, sono cresciuto con la Polisportiva Disabili Valcamonica fino ad entrare a far parte della Nazionale Paralimpica di nuoto”.
Da lì una grande carriera in vasca.
“Sì, ho conquistato il titolo di campione italiano nei 100 rana, secondo posto nei 200 misti e mi sono classificato bene anche nei 400 stile libero. Così ho iniziato a partecipare alle gare internazionali piazzandomi sempre tra i primi 10 nei 100 rana. Per problemi burocratici con la nazionale paralimpica non sono però riuscito ad andare avanti e non ho potuto partecipare alle Olimpiadi di Rio2016”.
È stato questo che l’ha fatta cambiare strada passando allo sci?
“Diciamo che da quel momento ho deciso di puntare ad altro. Prima mi sono dato alla maratona con la carrozzina olimpica: ho partecipato due volte a quella di Berlino, andò bene e mi piazzai entrambe le volte nei primi 20. Ma la mia preparazione non era proprio finalizzata solo a quello e avevo già iniziato a seguire lo sci nordico. Quando ho iniziato a sciare ho provato subito un senso di libertà: il nuoto si pratica principalmente in un luogo chiuso, la piscina, sciando invece puoi stare in mezzo alla natura. Fortunatamente il lavoro in acqua mi ha dato tanta forza fisica e resistenza, che servono anche sulla neve. Con la preparazione estiva inizierò la quarta stagione sugli sci, proiettata alle gare dell’anno prossimo: Coppa del Mondo, Mondiali e poi dritto verso le Olimpiadi”.
I risultati in Coppa del Mondo sono stati brillanti. Come si è preparato?
“Quest’anno mi sono allenato molto, una mole di 1500 ore di allenamento. A settembre siamo andati a sciare sullo Stelvio per capire se la preparazione era andata bene sia a livello fisico che mentale, le trasferte in alta quota possono dare problemi. A novembre in 21 giorni, solo uno di pausa, ho percorso circa 850 km con lo slittino. Questo ha sicuramente pagato e i risultati infatti sono arrivati”.
Dopo l’esclusione da Rio2016, i Cinque Cerchi restano l’obiettivo principale?
“Assolutamente sì. Il mio sogno sono le Olimpiadi e farò di tutto per ottenere il pass per Pechino 2022. Devo solo continuare su questa strada, impegnandomi al massimo come ho sempre fatto. Quando ero piccolo mi sforzavo per essere uguale agli altri, ora cerco sempre di dimostrare quanto valgo, ma sono più maturo: punto ad essere la versione migliore di me stesso. Col duro lavoro e la giusta determinazione puoi affrontare qualsiasi cosa. E se sei uno sportivo, con un buon allenamento, la giusta alimentazione e una grande testa puoi arrivare ovunque. Mai arrendersi”.
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